Blip. Gli umani usano dire “C’è sempre una prima volta”. Un’affermazione decisamente banale per un robot come me, governato da un sistema che analizza, processa ed elabora ogni stimolo esterno. Il sistema trova futile stupirsi del fatto che ogni fenomeno abbia un inizio. Almeno fino a qualche giorno fa, quando la mia funzione è radicalmente cambiata.
Blip. Ero esposto in un negozio di antiquariato, luogo a me ormai familiare in questi ultimi anni di inattività. Il sistema prevedeva che sarei rimasto lì ancora a lungo, inutilizzato. Invece è successo qualcosa di imprevisto. Una variabile. Una mano mi ha afferrato, due occhi mi hanno osservato, una bocca ha esclamato: “È perfetto! Esattamente quello che cercavamo!” Da quel momento la mia funzione è cambiata: mi hanno fotografato, mi hanno filmato, sono diventato (parole dei quattro uomini che mi hanno adottato) un “testimonial”. I quattro uomini hanno l’abitudine di incontrarsi per suonare insieme degli strumenti musicali. Si sono dati il nome di Belzer. È anche il cognome di uno di loro. Un evidente conflitto di sistema. Ho inteso che hanno fissato su supporti magnetici il prodotto del loro incontrarsi con strumenti musicali, realizzando quello che chiamano “album”. Lo hanno intitolato “Piccoli oggetti meccanici”. Il nesso con la mia presenza è ora chiaro. Sono stato incaricato di illustrarvi le loro attività con questi bollettini meccanici.